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L’estetica del foodporn. Come si fotografa il cibo?

Qual è l’estetica del foodporn? Insomma, qual è lo “stile fotografico” delle immagini di cibo che troviamo online? Quello che di certo salta all’occhio, soprattutto guardando diversi profili Instagram a tema, è la grande diffusione di immagini con prospettiva top-down, ovvero dall’alto.

Perché si fotografa dall’alto?

Il canale Munchies della rivista online Vice America dice che questo tipo di prospettiva si chiama anche God’s eye view, una sorta di visione dall’alto di un Demiurgo che governa il suo piccolo mondo. Siamo noi, infatti, che creiamo il set delle fotografie, posizioniamo tutto perché sia grazioso e appetibile, e stando su una sedia, o semplicemente in piedi o con l’aiuto di un treppiedi flessibile, con uno scatto immortaliamo composizioni di piatti, bicchieri, brioches, cucchiaini e zollette di zucchero.

Le ragioni di questa scelta, ovvero dell’inquadratura dall’alto, sono riscontrabili certamente nell’emulazione, si tratta del taglio più diffuso e quindi di maggiore tendenza e tutti provano a riproporlo, ma perché è proprio questa prospettiva ad avere avuto la meglio? Una delle prime risposte che la giornalista Edith Young si dà, è una ragione estetica:

Si crea un’illusione di piattezza con una prospettiva di dominio e voilà – hai trasformato il tuo pranzo in food porn.

Insomma, questo sarebbe l’unico modo per avere una foto decente con un iPhone o uno qualunque smartphone.

Una specie di visione artistica che ci porta direttamente a qualcosa avvenuto molto prima di Instagram, ad una sorta di food porn ante litteram. Nell’articolo si ricorda, infatti, il lavoro di Daniel Spoerri, arista svizzero che negli anni ’60 diede il via al filone denominato Eat Art e che vedeva fra le sue creazioni proprio pannelli di legno con sopra attaccati caffettiere, gusci d’uovo, posate, bicchieri e così via. Spesso le opere erano il ricordo di come qualcuno aveva lasciato la sua tavola, come ad esempio la famosa colazione della sua compagna. Insomma, il processo insito nell’opera artistica di Spoerri è quello di trasformare il pasto in memoria e di sfidare in qualche modo le classiche nature morte appendendo le sue opere con gli oggetti che sporgono verso l’esterno ma dando comunque una sensazione di bidimensionalità, la stessa che danno le immagini di food porn, diversi anni dopo.

La verità è che questa tendenza estetica del foodporn che annulla la terza dimensione, si riscontra non solo sui social network ma anche sulle interfacce digitali, nei video musicali, sulle riviste, nelle vetrine, insomma, viene da chiedersi: davvero questo successo che permea la nostra cultura contemporanea visuale è legato solo a questioni puramente estetiche?

Le ragioni psico-sociali dietro l’estetica del foodporn

L’idea in più è che dietro a tutto ciò ci siano implicazioni psico-sociali legate al fatto che tale prospettiva dall’alto risponderebbe al nostro bisogno di avere il pieno controllo su ciò che mangiamo. È come se questo punto di vista aereo «lusingasse percettivamente la nostra più intima ambizione di essere onnipotenti».

Un post condiviso da GNAMBOX (@gnambox) in data:

Impiegare questa prospettiva “divina”, in qualche modo afferma la nostra modalità predefinita di solipsismo. Si vuole confermare la convinzione intrinseca di ognuno che ad essere certa è solo l’esperienza individuale, solo l’esistenza della nostra mente, un po’ come diceva lo scrittore David Foster Wallace: «Tutto nella mia esperienza immediata supporta la mia profonda convinzione che io sia l’assoluto centro dell’universo; la più reale, più vivida e importante persona esistente. […] Pensate a questo: non c’è nessuna esperienza che abbiate fatto di cui non siate stati l’assoluto centro».

Non si può dire con certezza se questo trend, se questa estetica del foodporn, sia il frutto di inclinazioni primordiali al potere e alla creazione, o semplicemente una tendenza estetica verso ciò che appiattisce la tridimensionalità, la stessa tendenza che portava Andy Warhol verso la Polaroid e i Millennials verso i selfie. Che sia o no la proiezione della nostra coscienza, il trend God’s eye view è quello che al momento affascina di più, ma come sappiamo, nell’universo in continuo mutamento di internet, tutto può cambiare.

Fonte: munchies.vice.com

 

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