Il panorama globale ci appare oggi come una serie di problematiche legate a cambiamenti complessi dovuti soprattutto al clima, al veloce aumento demografico che porterà ad una maggiore richiesta di produzione alimentare e accrescerà il numero di persone a rischio di fame nonché una definitiva polarizzazione tra ricchi e poveri.
La situazione attuale
I dati dell’UNFPA (United Nation Population Fund) stimano che nel 2050 gli abitanti del pianeta saranno circa 9 miliardi. Questi numeri sono un’enorme sfida per il sistema agro-alimentare che ha necessità di superare i limiti attuali dell’industria convenzionale che, tra le altre cose, ha impatti sociali ed economici negativi. La necessità di un’industria che sia, prima di tutto, sostenibile è alla base del nuovo consumo critico che fornisce al consumatore un ruolo attivo nei nuovi processi di produzione. L’industria sostenibile per soddisfare valori economici e industriali, ha bisogno del supporto sistemico di: policy, finanza, media e ricerca.
Le sfide della produzione agroalimentare quindi non sono poche. I problemi imminenti e specifici da affrontare sono soprattutto quelli legati alla siccità, all’infezione da parassiti e alla sicurezza alimentare. Nonostante ciò il fenomeno dell’agricoltore di ritorno, tendenza soprattutto italiana di investire nella terra, è in continua crescita.
Quello che ci siamo chiesti è come può, un agricoltore, far fronte a queste problematiche e nello stesso momento rispondere alle esigenze del mercato?
Cosa sono gli open data e cosa c’entrano con l’agricoltura?
Gli open data sono dati accessibili, utilizzabili e condivisibili da tutti. L’accessibilità è solitamente intesa come facile reperibilità delle informazioni, quindi solitamente sono pubblicate nel web, scritte in formato linguaggio-macchina.
Per la loro natura gli open data sono un valido strumento per eliminare il problema della scarsa accessibilità – da parte degli agricoltori – di informazioni relative al mercato, aiutandoli così a pianificare le loro attività economiche e prendere decisioni relative al quando e quanto piantare.
Gli open data in agricoltura consentono:
- un processo decisionale più efficace ed efficiente
- di promuovere un’innovazione a vantaggio di tutti
- di guidare il cambiamento organizzativo e settoriale attraverso la trasparenza.
Un modo fondamentale in cui gli open data stanno trasformando il settore agricolo è quello di sostenere una varietà di strumenti per gli agricoltori stessi: una gamma di applicazioni e servizi sono stati costruiti utilizzando gli open data per aiutare e mantenere gli agricoltori informati su tutte le questioni che riguardano il settore, dalle previsioni meteo all’andamento del mercato.
Gli open data possono aiutare il settore agricolo e quello alimentare ad affrontare la sfida della sostenibilità, nutrendo il mondo in un contesto di crescita della popolazione, cambiamento climatico e oscillazione dei mercati. Nonostante ciò, gli open data sono ancora un concetto relativamente nuovo e occorre dunque accrescere la comunità individuando nuovi soggetti, aprendo l’accesso alla conoscenza. Fondamentale per l’agricoltura e i problemi alimentari, è costruire strategie e progetti basati sugli open data, con focus di ricerca volti a trovare soluzioni efficaci a quei problemi. Infine, occorre sviluppare le infrastrutture e le attività sfruttando le potenzialità espresse da questi dati e attivare processi di apprendimento attraverso la continua valutazione, riflessione e condivisione d’informazioni.
Qual è il futuro degli open data in agricoltura? In che modo organizzarli per l’utilizzo di strumenti di supporto agricolo?
Testi di Suania Acampa