We Have a dream
Puntare ad una digitalizzazione sostenibile, più umana, è il sogno di Atelier Paysan, alla lettera Laboratorio Contadino, un collettivo francese che si definisce “cooperativa di autocostruzione”. Essenzialmente Atelier Paysan si occupa di progettare macchinari e strumenti da lavoro per l’agricoltura, con un occhio puntato alla formazione dei contadini stessi, offrendo libero accesso ai progetti grazie al sito internet, ma soprattutto organizzando workshop formativi. Durante questi workshop i contadini imparano a lavorare i metalli, e a fabbricarsi da soli gli strumenti che poi utilizzeranno nelle loro aziende agricole.
Come nasce Atelier Paysan
Il progetto prende le mosse da ADABi, un’associazione di produttori biologici, trasformata nel 2011 in una società transitoria e poi in una cooperativa, l’Atelier appunto, nel 2014. L’idea da cui tutto parte però ha a che fare con la condivisione dei saperi e con… il bricolage. Nel 2009 Fabrice Clerc, allora tecnico di ADABio, incontra Joseph Templier, membro della cooperativa agricola Le Jardin du Temple (. Joseph e i suoi colleghi avevano messo a punto per le loro colture una tecnologia innovativa chiamata “letti permanenti”, molto utile per lavorare il suolo. Molti giovani agricoltori andavano a Le Jardin du Temple ad osservare da vicino questa tecnologia, per poi riproporla nelle loro aziende agricole. Da qui l’idea di Joseph e Fabrice di creare dei veri e propri manuali di costruzione per estendere queste conoscenze tra gli agricoltori, ovviamente standardizzando il processo, affinché fosse facile reperire “i pezzi” necessari, in piena logica Do it Yourself.
Un progetto pragmatico e politico
Autoproduzione e autonomia: queste le parole chiave di un progetto che mira alla creazione di macchine e di tecnologia ma in una dimensione fortemente artigianale. Macchine low tech, indubbiamente più economiche ma di efficacia uguale a quelle high tech che dominano il mercato. Impossibile ignorare la portate ideale e politica che ha il progetto Atelier Paysan. Lo scopo dichiarato del condividere e diffondere sapere tecnologico tra gli agricoltori è quello di restituire al loro ruolo lo spessore tecnico di cui l’industrializzazione li aveva privati, ma soprattutto di spingerli a padroneggiare le competenze tecnologiche, al fine di rendersi sempre più autonomi dal mercato.
Un altro modo è possibile
Fino agli anni ’80 contadino era una parola usata per denigrare. Oggi invece designa qualcuno che non è un semplice estrattore di materie prime, ma che fa parte di un territorio, che è connesso ad un ecosistema e ad una vita sociale. Le logiche industriali ed economiche invadono l’agricoltura e la tecnologia sta invadendo il settore agricolo, anche sotto la spinta di investimenti statali sempre più importanti. Parola d’ordine standardizzare e automatizzare il settore agricolo, per renderlo più produttivo e più intelligente. Ma questo non deve agevolare solo le grandi industrie produttrici di tecnologia ma arrivare a tutte le realtà agricole, soprattutto quelle piccole. Atelier Paysan, con la sua spinta all’autoproduzione della tecnologia, vuole mostrarci che un altro modo è possibile. Progresso tecnologico e lavoro umano possono (e devono) andare di pari passo.
Benedetta Ricci for Rural Hack