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Il meglio della settimana (20 maggio 2023)

Dati in agricoltura: opportunità o pericolo?

uno smartphone con una pianta che cresce da esso Il meglio della settimana (20 maggio 2023)

L’aumento incessante della popolazione mondiale rende sempre più centrale la domanda di cibo, ma la superficie agricola si riduce di anno in anno a causa di fattori come i problemi climatici e il dissesto idrogeologico. L’unica soluzione vincente? L’aumento sostenibile della produttività.

La trasformazione digitale del settore agricolo e le cosiddette tecnologie 4.0 provano a rispondere a questa esigenza. Proprio per questo, gli investimenti in direzione agritech stanno aumentando in tutto il mondo.

I sistemi digitalizzati di agricoltura di precisione ed i relativi strumenti predittivi di analisi producono una enorme mole di dati, ma servono delle regole.

A chi è affidata la gestione di questi dati? Possono essere condivisi, aggregati, analizzati e divulgati i dati raccolti tramite processi di intelligenza artificiale in agricoltura? Con quale scopo?

In questo articolo, Matteo Bernardelli (giornalista per Agronotizie) afferma:

Muoversi da soli non è la soluzione vincente. I dati devono essere raccolti, condivisi e, magari, sopravvivere in una dimensione “open”, di scambio costante, di analisi e discussione per una crescita della società, prima ancora che dell’impresa agricola.

Ci muoviamo lungo una zona di frontiera; le questioni etiche non possono essere lasciate a latere!

Dall’Italia novità in ambito bio-pesticidi

grappoli d uva rossi appesi dalla vite alla luce del sole Il meglio della settimana (20 maggio 2023)

In linea con l’obiettivo europeo della riduzione del 50% dell’uso dei pesticidi entro il 2030, CiaoTech – all’interno del contesto del progetto BIOBESTicide – ha progettato un bio-pesticida altamente innovativo (ed efficace in termini di costi) capace di contrastare le malattie che colpiscono i vigneti.

L’innovazione, all’interno del progetto BIOBESTicide, si propone di creare una catena di produzione sostenibile: al centro del processo c’è la valorizzazione di biomasse di scarto della vite che favoriscono la crescita di un particolare ceppo fungino capace di combattere il carico di patogeni e le malattie delle piante.

Un enorme passo avanti in ambito di bio-pesticidi grazie all’upcycling degli scarti di produzione della vite.   

Opportunità e rischi per il Made in Italy agroalimentare

italian food background 2021 08 26 16 35 53 utc Il meglio della settimana (20 maggio 2023)

Stando ai dati Coldiretti, la filiera agroalimentare – dal campo alla tavola – vale in Italia 580 miliardi di euro (un quarto del Pil nazionale) e vede impegnati 4 milioni di lavoratori. Inoltre, la cosiddetta Dop economy – che può contare su 297 specialità DOP /IGP e 415 vini DOC /DOCG riconosciuti a livello europeo – rappresenta un settore con un forte ruolo nello sviluppo dei distretti agroalimentari del Paese.

I dati del XX Rapporto Ismea-Qualivita attestano per il settore una buona capacità di tenuta e continuità produttiva, con un valore complessivo della produzione pari a 19,1 miliardi di euro (+16,1% su base annua) e un export da 10,7 miliardi di euro (+12,8%).

Appare subito chiaro come l’agrifood rappresenti una leva strategica fondamentale per la crescita economica del Paese, per il numero di addetti coinvolti e il valore complessivo della produzione e valorizzazione del brand Made in Italy, ma anche per l’indotto connesso al turismo enogastronomico. 

Ma non è tutto oro ciò che luccica. 

Anche per un mercato di eccellenza come quello del Made in Italy agroalimentare le minacce sono molteplici: dai cambiamenti climatici che mettono a rischio le produzioni e la qualità delle stesse al proliferare di pratiche sleali come l’Italian Sounding

Possono le tecnologie aiutare nella tutela del Made in Italy?

Caterina Cirillo
Caterina Cirillo