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Occupy the Kitchen! e le relazioni tra cibo, arte e contemporaneo

Esiste un nuovo concetto, si chiama “food artivism” e Occupy the Kitchen! ne è il progetto promotore. Vi state chiedendo cos’è il food artivism? Sul sito di Occupy the Kitchen! si legge che è una serie di “pratiche contemporanee che attraversano l’arte e l’economia mediante la lente del cibo”, insomma, un’attività di ricerca e produzione dall’approccio transdisciplinare e attivista che usa il cibo non solo come campo d’indagine ma anche come medium espressivo.

Come notava Foucault si può riflettere sul comportamento umano attraverso il cibo, su di esso oggi converge una dimensione “politica” che non trova più altri referenti significativi e ciò vuol dire che il cibo è una lente importantissima per ragionare su ciò che ci circonda, su quello che sta accadendo e che stiamo diventando.

Ma Occupy the Kitchen! è molto di più. Partiamo dal principio. Il tutto nasce a Varese, nel 2007, sotto il nome di Foodpower, “un viaggio collettivo” all’interno del mondo del cibo e dei suoi significati. Dalle sperimentazioni di Foodpower è nato, nel 2014, “Zona Franca”, uno spazio di ristorazione ma anche performativo, all’insegna dei semi antichi.

All’interno di tutto ciò è nato Occupy the Kitchen! proprio per indagare le relazioni tra arte, economia e cibo attraverso azioni volte a stimolare un pensiero critico rispetto al food system in cui siamo immersi, alle scelte di consumo o al sistema della GDO e di conseguenza suscitare una maggiore consapevolezza nei consumatori di oggi e un’azione collettiva sulla sovranità alimentare.

Tante sono dunque le azioni performative organizzate nell’ambito del progetto Occupy the Kitchen! come le cene-azioni realizzate da artisti che focalizzano la loro ricerca attorno al cibo attraverso azioni di guerrilla fooding.

https://www.instagram.com/p/BgJ3JOiFFE-/?taken-by=zonafranca.biz

Ricordiamo che Occupy the Kitchen! è un omaggio a “Occupy Management!”, libro di Monika Kostera, docente di Management presso numerose università europee e storica collaboratrice di Zygmunt Bauman.

Ricordiamo inoltre che Occupy the Kitchen! ha lanciato una call: la convocazione è rivolta a professionisti che, sposando la filosofia e la visione del progetto Occupy the kitchen!, desiderino ideare e realizzare una performance nello spazio di Zona Franca durante la stagione 2018/2019 (Settembre 2018 – Giugno 2019). Maggiori info qui.

admin
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