Continua il tour di RuralHack al fianco di ISMEA e MIPAAFT per #AgriAcademy

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A Bologna, a patire da oggi, per tre giorni, un boot camp con oltre 60 giovani innovatori dell’agrifood per realizzare progetti di innovazione per il cibo di qualità.

Dopo la prima tappa di Roma torna, questa volta a Bologna, AgriAcademy il programma di alta formazione su innovazione, internazionalizzazione e marketing promosso da ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari Forestali e del Turismo, rivolto a 200 giovani imprenditori agricoli vincitori del bando “Promuovere lo spirito e la cultura d’impresa”. Il programma prevede due sessioni, una estiva e una autunnale, in tre sedi: Roma, Bologna e Bari. Per la sessione autunnale il team di RuralHack, capitanato dal nostro Alex Giordano, sta curando la direzione dei lavori con l’obiettivo di trasmettere un metodo di lavoro mettendo subito sul campo i ragazzi, facendogli sporcare le mani in quello che si configura come un vero e proprio boot camp che traghetterà le 4 migliori idee dalla fase di concept al progetto.

L’idea di fondo non è tanto quella di fare una competizione agonistica quanto, invece, quella di spingere i giovani ad elaborare un metodo di lavoro cooperando insieme.

A partire dalle 15.00 di oggi, riuniti nella splendida sede di Palazzo di Varignana immerso nelle colline bolognesi, si sovvertirà l’ordine dei giochi: i ragazzi partono subito presentando le loro idee  dopodiché saranno gli stessi partecipanti a votare le 4 idee principali sulle quali vale la pena di mettersi a lavorare. Questo consentirà, superati gli attriti iniziali, di metter su 4 team per 4 tavoli di lavoro che lavoreranno affiancati dall’eccellente team di Rural Hacker Designer Eleonora Musca, Chhavi Jatwani, Chiara Riva, Afi Soedarsono  capitanate da Claudia Busetto e con l’apporto di mentori d’eccezione dell’Osservatorio Smart Agrifood e l’Università di Brescia, il Politecnico di Milano, la Sapienza di Roma, l’Università del Sannio.

La posta in gioco è alta. Qui non si tratta di jackpot economy , quelli su cui si lavora non saranno unicorni alla ricerca di una exit vantaggiosa, ma veri e propri progetti di vita che ci suggeriscono il senso da dare al futuro dell’innovazione tecnologica.

Proprio nella capacità di fare sistema, rete, di saper progettare in comunità consisterà il premio più grande che porteremo a casa tutti.

Nella prima puntata romana sono 4 i progetti su cui abbiamo lavorato e i ragazzi ci hanno indicato possibili forme di futuro dove poter tenere insieme la sostenibilità economica delle loro imprese con la necessità di avere impatti positivi sull’ambiente e sulla società.

ComBEEnazioni va incontro a tutti quelli che cercano un prodotto biologico garantito aldilà delle certificazioni e lo fa  proponendo una certificazione “approvata dalle api”, una sorta di “bandiera blu” dei territori decretata proprio dalle api che sono le sentinelle della qualità ambientale per eccellenza. Il sistema prevede un monitoraggio dell’ambiente attraverso tecnologie che analizzano le api, i loro prodotti e l’alveare. Un soggetto territoriale collettivo (GAL, Gac, Flag…) può dotarsi di questo sistema e se il suo territorio risulta pulito può beneficiare del bollino “approvato dalle api” con la licenza di poterlo trasferire a tutte la aziende produttrici che insistono nella sua area.  Il miele prodotto dalle “api certificartici” finisce in vasetti parlanti che mediante un QRCode danno accesso ad una interfaccia dove è possibile monitorare i dati dei territori in tempo reale. Un progetto molto bello che ha vinto la sessione romana e che andrà in finale con i vincitori di questa puntata bolognese e la prossima di Bari.

ComBEEnazioni è partito da un concept iniziale di Milena Zarbà di Bergamo e poi con l’aiuto di coach e mentor ha messo in moto l’energia collettiva di tutti i membri del tavolo di lavoro composto da Sergio Fronteddu, Antonello Garra, Giuseppina Solinas, Rocco Vallorani, Luca Rando, Michele Alita ed è arrivato a generare questo progetto che supera la crescente diffidenza dei pubblici verso certificazioni bio ed affini.

 

L’ORTO DEI MIRACOLI, invece, è un progetto partito da Marco Calcaprina di Pisa e Federico Falzarano di Pistoia che prevede un kit pronto «made in Tuscany», composto di piante e semi certificati biologici, terriccio e concimi autoprodotti dagli scarti organici aziendali, e finalizzato a diffondere le piante da orto biologiche tra hobbisti e appassionati con la possibilità di poter tenere sotto controllo a distanza l’irrigazione ed altri parametri grazie a sensoristica di qualità ormai a buon mercato. È un prodotto che risponde principalmente all’esigenza di naturalità dei pubblici metropolitani e offre qualità in ogni componente del kit. Il progetto non finisce con l’acquisto ma prosegue con la nascita di una comunità sostenibile tra i clienti, attraverso social e app dedicata.

La DISTILLERIA ITALIANA parte già come progetto collettivo di Alberto Di Florio di Chieti, Giulia Maggini di Viterbo, Caterina Barbaro di Reggio Calabria ed Efisiangelo Curreli di Cagliari. È una piattaforma che consente ai viaggiatori (non ai “turisti”) di portarsi a casa pezzi di nuove tradizioni, attraverso distillati delle principali biodiversità territoriali, insieme all’attitudine italiana all’artigianato. Le bottiglie, infatti, sono predisposte in un kit che consente di trasformarle in lampade e/o in altri oggetti duraturi nel tempo. Una  “Nuova tradizione” di distillati di fico d’india, melograno, frutta e carciofi, mirto, fiori e piante aromatiche destinati a un mercato di nicchia soprattutto estero. Un progetto di marketing territoriale in ottica di design sostenibile ed economia circolare che fa sì che tutto quello che normalmente buttiamo di un prodotto (bottiglia, packaging, ecc…) abbia la possibilità di rinascere sotto forma di elemento di design.

IL BOSCO AUMENTATO progetto partito da Nunzia Cerino Conte di Salerno, Marta Giampiccolo di Perugia e Davide Minicozzi di Benevento propone un nuovo modo di utilizzo, valorizzazione e gestione del bosco che coniuga sport, agricoltura e tecnologia. L’idea è di trasformare un grosso problema per gli agricoltori, il costo della gestione della aree boschive, in una risorsa attraverso una piattaforma di esperienze aumentate nel bosco. Grazie alla creazione di percorsi che interagiscono con un kit di wereable media che consentono non solo di avere informazioni sulle piante e su tutto l’ecosistema ma anche di suggerire i percorsi più appropriati in base alle condizioni fisiche e contingenti dei partecipanti (battito cardiaco, pressione arteriosa, ecc…).

Il progetto partirà dalla prototipazione di una prima area boschiva sui monti Picentini, ma l’obiettivo finale è quello di creare un format che possa mettere i boschi italiani in rete in un franchising di valorizzazione delle aree boschive.

Quali saranno i progetti che verranno fuori da Bologna ? In cosa si differenzieranno i giovani agricoltori innovatori del Nord da quelli del Centro Italia?

Seguiteci e lo saprete! Noi per aiutare e sostenere le energie di questi splendidi ragazzi, abbiamo messo in campo una squadra di supporto fantastica che già dalla prima tornata di Roma ha fatto sentire il calore del suo affiatamento: dai referenti al progetto di Ismea come Claudio Federici responsabile ufficio comunicazione, Enrica Ruggeri relazioni esterne, Andrea Festuccia social media manager, Margherita Federico organizzazione eventi a tutta la nostra task force coordinata da Pina Caliento che, oltre alle Rural Hacker Designer, vedrà la presenza di Robertone Virtuoso e Sossio Mazzarella di Social Reporter che insieme a voi ci aiuterà a dare un boost alla comunicazione per lanciare nell’infosfera le idee più rivoluzionarie. In più, ciliegina sulla torta, avremo ancora una volta un grande maestro di cerimonia, ovvero il mitico Tony Mr.Time Ponticiello che scandnirà il TEMPO dei lavori (e non solo…).

Seguite gli hashtag #AgriAcademy e #RuralHack per essere informati.

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