Rassegna Stampa 11 Novembre 2019

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Altro che agricoltura innovativa: nel corso della settimana è stato inaugurato presso l’Università Federico II di Napoli il primo laboratorio in Europa dedicato alle piante spaziali. Si tratta di un laboratorio che ha il compito di sviluppare tecnologie per produrre cibo, rigenerare risorse vitali (acqua e ossigeno) e riciclare rifiuti organici in previsione di missioni spaziali di lunga durata. Il laboratorio è nato dalla collaborazione tra l’Agenzia spaziale europea (Esa) e il gruppo di ricerca del programma MELiSSA (Micro-Ecological Life Support System Alternative), che studia da 30 anni i sistemi di supporto alla vita a ciclo completamente chiuso.

In settimana si è parlato anche dell’evoluzione del mercato Agritech: l’Osservatorio del Polimi sostiene che oggi il mercato dell’agricoltura 4.0 in Italia vale tra i 370 e i 430 milioni di euro, rappresenta il 18% di quello europeo e il 5% di quello globale. Dall’indagine condotta dall’Osservatorio su 1.467 aziende agricole analizzate emerge che il 55% utilizza sempre più di frequente soluzioni orientate sull’Agritech.

In un altro studio realizzato da  The European Hous di Ambrosetti è stato tratteggiato un identikit della filiera agroalimentare estesa (dall’agricoltura alla ristorazione passando per l’industria di trasformazione alimentare, l’intermediazione e la logistica e naturalmente la grande distribuzione organizzata) che si presenta come il primo settore economico con un fatturato di 538,2 miliardi di euro (pari alla somma del Pil di Danimarca e Norvegia).

Se, come anche il Ministro dell’Agricoltura ha sostenuto, la sfida per il settore è produrre in maniera sempre più innovativa e sostenibile, un ruolo-chiave potranno averlo le tecnologie.

Ma all’interno di quale paradigma produttivo? perché “innovazione e sostenibilità” diventano importanti fattori di cambiamento, se presi seriamente, e richiedono a tutti gli attori in campo di discutere e concordare un modello che tenga insieme la sostenibilità sociale e quella economica e quella ambientale.

Se la sentirà l’industria del cibo e se la sentirà la grande distribuzione di mettere in discussione il modello pesantemente estrattivo che sta trasformando i nostri prodotti di punta (a partire dal pomodoro) da commons in commodity?

Di seguito gli articoli scaricabili:

Ci stanno scippando le campagne

È urgente un Green New Deal ambizioso e di portata storica

Gdo sempre più giovane e donna

Green economy e riconversione industriale, una coppia perfetta

Green economy, tante chiacchiere pochi investimenti

Private equity per l’agricoltura

Quella pianta digitale ha la radice quadrata

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Esperta di comunicazione ed etnografia digitale. Mi occupo di formazione e facilitazione nell'ambito della trasformazione digitale e innovazione sociale. Amo la musica, l'arte e il cibo. p.caliento@ruralhack.org