Notizie della settimana 8 – 14 luglio 19
Nel paese della Dieta Mediterranea un adulto su due e un bimbo su quattro hanno problemi di sovrappeso e obesità. I più colpiti sono i bambini e gli adolescenti del Sud.
Il cambiamento di certe abitudini alimentari, e un ritorno, nel caso dell’Italia, a modelli virtuosi che ci appartengono, sta diventando necessario a causa dei gravi cambiamenti clima. L’innalzamento delle temperature, infatti, è in larga parte connesso anche al modo in cui oggi ci nutriamo, all’industria del cibo e agli sprechi che si producono lungo tutta la catena alimentare.
Come ci ricorda l’economista Ligia Noronha (che dal 2014 dirige la divisione di economia, industria e tecnologia dell’Unep, il programma ambientale dell’Onu), ci si sta orientando verso la creazione di modello di economia circolare, alternativo a quello lineare basato sull’ estrarre, produrre e gettare. Ogni anno, spiega un rapporto della Fao, più della metà della frutta e degli ortaggi vengono sprecati nel mondo. Circa il 25% di tutta la carne prodotta non viene consumata. E mentre nei Paesi in via di sviluppo il cibo va per lo più perduto durante la raccolta, lo stoccaggio e il trasporto, nell’Occidente ricco il nodo è nell’ultima fase della catena: la vendita e il consumo.
Ligia Noronha dice: “a livello globale si è diffusa la convinzione che quello lineare sia un modello rotto, che non ci permette di sfruttare al meglio le risorse che abbiamo, insieme alla certezza che si tratta di una sfida planetaria.”.
Si potrebbe pensare, oggi – magari sfruttando di più e meglio le tecnologie (tutte insieme)- di ripartire dal modello della Dieta Mediterranea – un approccio culturale e antropologico alla produzione e al consumo del cibo – a vantaggio della salute, della produzione e dei consumi?
Di seguito gli articoli scaricabili:
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