Per la Fao lo spreco di cibo pesa sull’impronta ecologica più di 3,3 gigatonnelate di gas serra all’anno, 250 km cubi di acqua e 1,4 miliardi di ettari di suolo. Inoltre Fao calcola che il 13,8% del cibo prodotto a livello globale si perde dal raccolto in poi, esclusi la vendita e il consumo finali. Le cause? L’Ifpri (International Food Policy Research Institute) ha esaminato con gli agricoltori di sei paesi (Cina, Ecuador, Etiopia, Guatemala, Hunduras, Perú) la natura e i fattori diretti o indiretti (sistemici) delle perdite di derrate pre-raccolto e post-raccolto per 5 alimenti di base (frumento, teff etiopico, fagioli, patate e mais). Ai problmei che possono insorgere nei campi (infestazioni, malattie, siccità) si sommano spesso le inefficienze nel raccolto. Eccedenze e sprechi di cibo sono, insomma, un grosso problema. Si affacciano diverse soluzioni che però non sono ancora sistemiche, anche se interessanti.
Alla ricerca di soluzioni nuove ed efficaci si stanno mettendo alla prova molti “startupper in erba” cioè giovani interessati ai temi ambientali che ora iniziano ad entrare nella logica di trovare soluzioni green già dai banchi di scuola per esempio con il progetto ITS 4.0. Si tratta di un programma formativo-professionale che avvicina scuole e imprese ai temi del 4.0 attraverso laboratori di formazione e innovazione presenti negli istituti tecnici italiani. Obiettivo: far collaborare studenti, docenti e personale delle imprese delle diverse specializzazioni settoriali dei territori. Oggi il progetto coinvolge settantaquattro fondazioni e oltre cento aziende.
Intanto che i più giovani si preparano ideando nuove idee e soluzioni, gli Emirati Arabi lanciano la sfida globale della sicurezza alimentare con «FoodTech Challenge» un concorso mondiale per la tecnologia agroalimentare. Su questo tema Mariam bint Mohammed Saeed Hareb Almheiri, ministro di stato per la sicurezza alimentare degli Emirati Arabi Uniti, è intervenuta alla Fao in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione. La call mette a disposizione un milione di euro per giovani e start-up che propongano soluzioni tecnologiche innovative per incrementare la produzione agricola e l’approvvigionamento alimentare di qualità, sfidando le difficili condizioni climatiche del deserto.
Qualcosa si muove e fa ben sperare per le nuove generazioni. Presto che è tardi!
Startupper col pollice verde nati sui banchi di scuola
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