Notizie della settimana 27 – 2 giugno 2019
Accade spesso che le innovazioni siano la via d’uscita a situazioni apparentemente impossibili da risolvere. E’ così che Israele è diventata un miracolo dell’agricoltura: per la necessità di sopravvivere in una terra non proprio favorevole a questo settore. Da un territorio poco più grande della Puglia, con ridotta disponibilità di acqua e di terra coltivabile, è nata una delle agricolture più avanzate al mondo grazie alla ricerca e alla cooperazione tra comunità, governo e aziende. Erel Margalit, fondatore di Jerusalem Venture Partners (il principale fondo di venture capital israeliano) dice: “se guardi la Terra con un telescopio dalla Luna e ti chiedi dove si sta realizzando la più grande rivoluzione del cibo e della tecnologia al mondo, la risposta è Israele”. Dal suo punto di vista il mondo sta vivendo una corsa a reinvitare il cibo, e i processi di produzione, paragonabile a quella che abbiamo visto negli anni passati in California per lo sviluppo di computer, smartphone e molto altro e questa innovazione viene dalle grandi aziende ma anche da start up e università.
Qualche numero per capire di cosa si parla: 7,8 trilioni di dollari è il valore dell’agrifood a livello mondiale, che occupa il 40 per cento della popolazione; nel 2018 sono stati investiti in innovazione tecnologica nel settore 16,9 miliardi di dollari, il 43 per cento in più dell’anno precedente. Soltanto in Cina 3,52 miliardi di dollari, il 95 per cento in più del 2017. E solo in Italia lo sviluppo sostenibile creerà 3 milioni di posti di lavoro. Secondo Margalit l’evoluzione del foodtech e dell’agritech ha una dimensione sociale necessaria: non possiamo continuare, infatti, ad utilizzare la plastica e l’alluminio per confezionare i cibi, abbiamo bisogno di prodotti biodegradabili e non possiamo continuare con gli allevamenti intensivi di animali.
Margalit ha le idee chiare: “è importante che ricercatori, università, piccole e medie imprese e grandi multinazionali collaborino e, per questo, sta nascendo intorno all’università il Food Tech Quarter”.
Margalit vede anche un potenziale di sviluppo per il nostro paese che è già uno leader mondiali del cibo e che potrebbe diventare leader anche del foodtech, anche grazie ad una una partnership con Israele”.
Che sia veramente il momento di lanciare la Dieta Mediterranea 4.0?
Di seguito gli articoli scaricabili:
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