Rassegna Stampa RuralHack n.64

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Ci stiamo chiedendo in questi giorni come ricombinare i pezzi del nostro puzzle socio-economico che forse andrà anche riconfigurato e ci stiamo chiedendo spesso che ruolo possa avere il digitale.

Una piccola storia che ci trasporta nel mondo del possibile arriva dalla Francia e precisamente da Arvieu, un borgo rurale che si trova nelle campagne dell’Occitania. È un paesino di 800 persone, presentato in questi giorni come un modello per ridurre lo spopolamento e uscire dall’isolamento anche grazie alla rete.

In questo paese, infatti, anche grazie agli investimenti fatti nella banda ultralarga, è possibile acquistare online i prodotti locali (frutta, legumi, carne e latte di pecora bio), circa 350 persone lavorano in smart working e da qualche mese è stato inaugurato Le Jardin, uno spazio per il coworking, sale per seminari con connessione internet ad alta velocità e anche la sede della cooperativa multimediale Laëtis, specializzata nella creazione di siti internet e nell’e-commerce. È proprio la cooperativa che ha dato il via alla virata digitale a partire dal 1998. A quanto pare questo paese, che fino a qui è stato al centro di flussi turistici interessanti, in questo periodo ha virato la sua attività sull’agricoltura: a Le Jardin hanno messo a punto un’applicazione che permette a un gruppo di 30 allevatori che producono latte di pecora biologico di coordinarsi e di gestire al meglio le eccedenze dovute alla crisi sanitaria causata dal coronavirus e stanno pensando a come creare un sistema di vendita di prodotti di filiera corta.

Arvieu conta in totale 80 aziende agricole su 4.700 ettari e attualmente circa 40 produttori di frutta e legumi, carne e prodotti lattieri hanno aderito all’associazione Loco-Motivés che, grazie ad una piattaforma digitale, consente loro di interagire facilmente con almeno 600 clienti abituali e 390 nuovi (+65%) da quando è iniziato il confinamento, con 370 consegne bisettisettimanali.

Certo, anche qui l’albergo-ristorante è oggi in difficoltà dato che sono state disdette tutte le prenotazioni.

Questo racconto è esemplare nel mostrarci che le tecnologie abilitano le idee anche in settori tradizionali e molto concreti come l’agricoltura e anche in realtà piccole e piccolissime come un piccolo borgo rurale.

Ci dice soprattutto che in questa fase 2 abbiamo l’occasione (a partire dalla necessità) di costruire, un passo dopo l’altro, un mondo più desiderabile partendo dall’abbattimento di quei muri e muretti -soprattutto culturali- che abbiamo messo tra faber e sapiens. Perché l’azione collettiva, fatta attraverso lo sviluppo delle reti, può attivare un’intelligenza collettiva che co-genera idee nuove, soluzioni diverse e occasioni diffuse.

 

Lo staff di Rural Hack

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Esperta di comunicazione ed etnografia digitale. Mi occupo di formazione e facilitazione nell'ambito della trasformazione digitale e innovazione sociale. Amo la musica, l'arte e il cibo. p.caliento@ruralhack.org