Rassegna Stampa RuralHack n.66

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Se vogliamo porre le basi di un futuro diverso dobbiamo cambiare prospettiva

Il sistema dell’agrifood è una filiera che si può concepire come una rete di soggetti che possono fare sistema.

Come ci dice Petrini, fino a qualche mese l’anello forte di questa rete era la ristorazione di qualità “valvola di sfogo privilegiata e attenta di una produzione agricola di prossimità e di piccola scala” e “le cucine erano vetrina di comunicazione per un settore che storicamente ha avuto difficoltà nel comunicare la propria qualità”. Oggi questo ambito è diventato l’anello fragile ma, dice Petrini, “se la sinergia tra produttori, ristoratori e cittadini si consoliderà, allora tutti ne avranno benefici.”

Non va dimenticato, infatti, il ruolo-chiave dei cittadini come consumatori che scelgono quotidianamente cosa acquistare e cosa mettere sulle proprie tavole.

E molto possono fare le istituzioni alle quali l’Alleanza Slow Food dei Cuochi, composta da più di 540 locali in tutta Italia (osterie, ristoranti, food-truck, rifugi alpini, pizzerie e anche insegnanti di scuole alberghiere) chiede “di estendere il credito di imposta, già previsto per alcune spese legate all’emergenza Covid-19, agli acquisti di prodotti agricoli e di artigianato alimentare di piccola scala legato a filiere locali (dove per locale si intende la dimensione regionale), in una misura pari almeno al 20%, da aumentare al 30% nel caso in cui tali aziende pratichino un’agricoltura biologica, biodinamica, o siano localizzate in aree marginali, disagiate e di particolare valore ambientale del nostro Paese”.

Perché i nemici da combattere nel post pandemia sono, ancora più di prima, “la perdita di biodiversità, l’erosione del territorio, l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, l’impoverimento della fertilità nei nostri terreni, la cementificazione, l’abbandono delle aree rurali e dei piccoli borghi, lo spreco alimentare, lo sfruttamento del lavoro, l’indifferenza per chi produce con attenzione alle ragioni e ai tempi della natura e l’individualismo, che fa prevalere l’io sul senso di comunità”.

Anche noi di RuralHack siamo convinti, come suggerisce l’appello dell’Alleanza dei Cuochi, che se vogliamo porre le basi di un futuro diverso dobbiamo cambiare prospettiva. Noi idee ne abbiamo e siamo impegnati quotidianamente a condividerle, a sperimentarle e a confrontarle.

Lo staff di RuralHack

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Esperta di comunicazione ed etnografia digitale. Mi occupo di formazione e facilitazione nell'ambito della trasformazione digitale e innovazione sociale. Amo la musica, l'arte e il cibo. p.caliento@ruralhack.org