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Home Blog Agri Social Innovation Rural Social Innovation: le idee innovative nascono dalla terra
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Rural Social Innovation: le idee innovative nascono dalla terra

By
Vincenzo Storti
-
22 Febbraio 2018
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Social Innovation

L’innovazione, si sa, è tale quando genera nuove idee che non solo funzionino, ma che siano realmente utili. Grazie alla Social Innovation, infatti, siamo costantemente inondati da idee innovative e funzionali a livello sociale. La sua applicazione di maggior interesse per noi è sicuramente la Rural Social Innovation, che propone metodologie e tecniche di innovazione sociale calate sull’Agrifood

Facciamo però una breve introduzione preliminare riguardante la Social Innovation.

1) Cos’è la Social Innovation?

Nel mondo della Social Innovation, ruotano processi sociali come le tecniche open source, il volontariato, il microcredito o l’apprendimento a distanza. In altre parole, riguarda innovazioni che sono sia buone per la società, andando a rispondere a pressanti bisogni sociali non soddisfatti, sia che accrescano le possibilità di azione per la società stessa.

Affinché  un’innovazione sia Sociale, deve, ovviamente, essere voluta dalle persone. La Social Innovation, infatti, è un vero e proprio processo, che mira in primis, all’individuazione del bisogno, fino ad arrivare alla dimostrazione che l’idea nuova è più funzionale delle soluzioni esistenti

Qual è il punto di interesse maggiore della Social Innovation?

Il fatto che non ci siano attori e/o settori più idonei rispetto ad altri nello sviluppare pratiche di innovazione sociale. Anzi, le idee più interessanti si originano proprio dalla collaborazione tra diverse realtà appartenenti a mondi e contesti diversi.

2) Perché innovare

Oggi non solo viviamo un periodo di crisi economico-finanziaria che ha manifestato e sta manifestando tutti i limiti di un sistema basato sulla speculazione. L’esigenza di individuare una via d’uscita da questo disastro pone l’attenzione sul concetto di cambiamento in tutte le sue declinazioni ma, in modo particolare, su quegli aspetti che siano in grado di generare e innescare processi innovativi.

In Modelli ed esperienze di innovazione sociale in Italia, secondo rapporto sull’innovazione sociale,(link) viene spiegato che chi intende operare nella direzione dell’innovazione sociale deve, in primis, raggiungere un equilibrio che incorpori tre elementi:

  1. Un equilibrio frugale, L’innovazione sociale è frugale quando e se è in grado di ottimizzare le risorse esistenti per moltiplicare il valore finale, anziché semplicemente sommare i singoli fattori.
  2. Un equilibrio formale, perché l’innovazione sociale non deve essere un orpello di cui aziende e/o organizzazioni si devono vantare bensì un processo strutturato e ben inserito nella metodologia operativa di ciascuno.
  3. Un equilibrio formativo, perché lo scambio di conoscenze, idee, competenze ed esperienze che avviene nel contesto scolastico e in quello universitario è il migliore e indispensabile propulsore dell’innovazione sociale

3) Come fare Social Innovation

Vi sono diversi step da seguire, affinché un idea si sviluppi e si conceretizzi.

Il libro bianco dell’innovazione sociale, di R. Murray, J.C. Grice, G. Mulgan,(link) la cui edizione italiana è curata da A. Arvidsson e A. Giordano riprende, analizza e ripropone la spirale del cambiamento di Nesta in 6 punti.

  1. Suggerimenti, ispirazioni e diagnosi: In questo primo livello sono inclusi tutti quei fattori che sottolineano il bisogno di innovazione. Questo momento implica una diagnosi delle cause di un problema o identificare le opportunità che un cambiamento potrebbe comportare.
  2. Proposte e idee: Questo è il momento in cui si generano le idee, facendo ricorso a un metodo formale. Molti metodi facilitano ad identificare le corrette intuizioni ed esperienze da un ampio spettro di fonti.
  3. Prototipi ed esperimenti: In questa fase l’idea viene verificata, provando se funziona nella pratica, o attraverso esperimenti più formali, prototipi e test controllati su situazioni casuali.
  4. Conferme: A questo punto l’idea entra a far parte dell’uso comune. Non solo essa viene ottimizzata in base alle esigenze, ma viene identificato anche il flusso delle entrate per assicurarne la sostenibilità all’interno dell’azienda e far sì che il processo di innovazione possa essere portato avanti
  5. Organizzazione e diffusione: In questa fase vengono messe in atto diverse strategie, per accrescere e diffondere l’innovazione
  6. Cambiamento del sistema di riferimento: Questo rappresenta il fine ultimo di ogni innovazione sociale. Il cambiamento di paradigma a cui si vuole tendere grazie a quell’idea preliminare.

4) Cos’è la Rural Social Innovation

Queste considerazioni preliminari erano necessarie per comprendere appieno l’universo della Social Innovation e poter quindi calare tali nozioni nel mondo Agrifood.

Come dicevamo prima, si può parlare di Innovazione Sociale quando c’è un reale bisogno, una esplicita richiesta da parte della popolazione di risolvere una problematica.

A questo punto una domanda è d’obbligo: Qual è il bisogno primario della popolazione mondiale?

Tutelare il nostro pianeta, noi stessi e la nostra terra.

Gli innovatori rurali sono giovani con elevate skills culturali e digitali che tornano al mondo dell’agricoltura proponendo un nuovo modello di sviluppo.

Dunque in un contesto in cui emerge il ritorno alla terra, ai saperi e alle tradizioni del mondo agricolo come risposta alle esigenze della crisi che stiamo vivendo, l’innovazione si innesca a partire dalla ruralità ed è per questo che si parla di Rural Social Innovation.

Mettere al centro della catena del valore il prodotto e porre come questione primaria la produzione di cibo sano, che non sia manipolato e che non subisca elevate modifiche di natura chimica, producendo effetti positivi sia per la stessa agricoltura, sia per l’ambiente, l’alimentazione, la salute e l’economia.

L’idea, alla base della Rural Social Innovation, è quello di scardinare il paradigma consumistico, configuratosi negli anni trenta, che ha accentrato sempre di più il potere nelle mani dei pochi.

Essa mira, quindi, non ad impiegare il capitale monetario, ma il capitale sociale e umano, non solo in una ricerca del profitto fino a se stessa, ma soprattutto nella creazione di un ethos comune che sia in grado di mobilitare ed attivare sia gli innovatori rurali sia i consumatori.

 

Volete conoscere nel dettaglio il Manifesto della Rural Social Innovation? Di seguito potete scaricarlo con un semplice clic (link)

Fonti: 

Gli impatti della filiera corta sulla Triple Bottom Line: Un confronto tra la GDO ed il             modello dei Farmers Market. Rita Luce

https://iris.luiss.it/retrieve/handle/11385/171446/47027/II%20rapporto%20IS.pdf 

http://www.societing.org/wp-content/uploads/Open-Book.pdf

http://www.innestainnovazione.org/articolo.asp?n=14&d=Innovazione_Sociale

 

 

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