Le sfide che riguardano l’accesso al cibo non devono solo riguardare l’aumento della capacità produttiva ma devono soprattutto concentrarsi sulla complessiva revisione dell’attuale modello di food system. Può risultare risolutivo impiegare le potenzialità delle tecnologie per far in modo che la produzione di cibo torni ad essere un’attività che sappia coniugare esigenze ambientali, sostenibilità economica e responsabilità sociali.
CONVERSAZIONI SUL FUTURO
Siamo stati in trasferta a Lecce dove tra il 26 ed il 29 ottobre, all’interno del festival “Conversazioni sul futuro“, abbiamo supportato una sezione dedicata alla cultura enogastronomica. Quattro appuntamenti nei quali abbiamo parlato di comunicazione, food, vino e birra, Made in Italy e del valore sociale delle tradizioni per le nuove generazioni che scelgono di tornare a scommettere sull’agroalimentare. Il tutto degustando ogni sera vini e birre artigianali da paura!
Abbiamo incontrato tra gli altri l’ideatore del Mercatino del Gusto Michele Bruno, il cuoco contadino Peppe Zullo, le giornaliste e blogger Monica Caradonna, Paola Sucato, Francesca Sozzo, Manila Benedetto, l’e(t)nogastronomo Pino De Luca, lo storyteller del cibo e autore Nick Difino, la presidente di Coldiretti Giovani Impresa Maria Letizia Gardoni, l’enologo Marco Mascellani, le esperienze di Ortoporto, Orto in Condotta, Agricoltori dietro le sbarre, Casa delle Agriculture Tullia e Gino e alcuni tra i migliori produttori salentini di vino e birra.
CONVERSAZIONI SUL FUTURO DELL’ENOGASTRONOMIA
Insieme abbiamo conversato su come il cibo non può e non deve essere solo una questione di mercato. Il cibo non può più essere un semplice escamotage di cui si servono gli altri settori, come la logistica, il branding e la finanza, per generare valore economico. La produzione del cibo deve essere sottratta alle logiche del mercato per poter mettere in atto meccanismi aperti e partecipativi, ovvero bisogna passare ad una logica partecipativa nella distribuzione del valore aggiunto tra tutti gli stakeholder valorizzando le dimensioni materiali e immateriali delle culture e delle comunità locali.
Re-immaginare il futuro del cibo con proposte che integrando le nuove tecnologie e il digitale recuperino i saperi, vecchi e nuovi, tenendo insieme esigenze globali e sovranità alimentare.
Pur venendo da esperienze ed approcci diversi è parso saggio un po’ a tutti che per lavorare in questa direzione bisogna sfruttare il potenziale delle tecnologie ed integrare il digitale con il recupero dei saperi, seguire il filo conduttore della sostenibilità per poter ragionare sul cibo del futuro. Ciò vuol dire che bisogna abbracciare la complessità aumentata del futuro e ragionare sull’importanza degli impatti revisionando l’attuale modello di food system.
Il futuro passa solo dalla banda larga anche nelle periferie? Non solo, certo dare connessione alle aree interne e rurali significa dare la possibilità di far introiettare nell’infosfera istanze autentiche di scelte di vita diverse operate dai giovani che hanno scelto di tornare alla terra. Ma la “rete” non è solo una infrastruttura tecnologica, ma anche e sopratutto un’etica. In questo senso bisogna lavorare forse un po’ di più e far diventare il cibo autentico e di qualità un elemento critico per ripensare la modernità: come andare oltre le dinamiche del #foodporn?
Sapete quale è la ricetta del cibo del futuro? Ve lo sveliamo in questo video 😉