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COP28: FAO e MASE firmano un accordo a favore di un’agricoltura più intelligente ed equa

La Food and Agriculture Organization (FAO) e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) hanno firmato una Lettera d’Intenti a sostegno della trasformazione dei sistemi agroalimentari nel corso della COP 28 di Dubai. Si tratta di un accordo importante nella direzione di un’agricoltura sempre più resiliente di fronte ai cambiamenti climatici, che aumentano l’insicurezza alimentare e l’instabilità economica. Diversi studi sostengono che una migliore gestione della produzione agricola ridurrebbe l’utilizzo di fertilizzanti del 38%, con un consumo dell’11% in meno di energia in ingresso e un aumento dei rendimenti del 33%, portando a un taglio di circa il 20% di emissioni di gas serra.

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Perché i cambiamenti climatici minacciano l’agricoltura?

Cambiamenti climatici e agricoltura sono interconnessi. L’imprevedibilità dei modelli di precipitazione, l’aumento delle temperature e gli eventi estremi contribuiscono al degrado del suolo, allungano la stagione dei raccolti e ne riducono la resa. E questo è già evidente nelle regioni tropicali e subtropicali dove, tra l’altro, il primo settore è uno dei fattori trainanti dell’economia. L’aumento delle emissioni di CO2 riduce, ad esempio, il contenuto di proteine, zinco e ferro nei cereali e nei legumi. Un’altra conseguenza legata al riscaldamento globale è la comparsa di focolai di parassiti e malattie delle piante, che minacciano ulteriormente la sicurezza alimentare.

D’altra parte, il settore agricolo contribuisce per il 15% alle emissioni totali, principalmente di metano e protossido di azoto, anche a causa dell’uso di fertilizzanti azotati. L’uso irrazionale di risorse idriche e prodotti chimici, insieme alla deforestazione per adibire nuove aree al pascolo, impoverisce il suolo e il profilo nutrizionale delle colture. A questo va aggiunto poi lo spreco di circa un terzo del cibo prodotto.

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In cosa consiste l’accordo

L’accordo FAO-MASE promuove l’implementazione della Strategia della FAO sui cambiamenti climatici (e il relativo Piano d’Azione) e sulla Mainstreaming Biodiversity nei Settori Agricoli. Sono previste, inoltre, numerose strategie di mitigazione e adattamento a livello globale, nazionale e locale. I principali destinatari degli investimenti sono il Medio Oriente, l’Africa e gli Stati insulari in via di sviluppo.

Gli ambiti applicativi includono:

  • la Partnership sulle Bioenergie o Global Bioenergy Partnership (GBEP), nata nel 2005 su proposta dell’Italia e che ha come obiettivo l’uso efficiente e sostenibile delle biomasse e dei biocombustibili, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Da quest’anno sarà co-presieduta da Italia e Argentina.
  • la promozione della Climate Smart Agriculture (CSA) attraverso il progetto congiunto International Alliance for Climate Smart Agriculture (IACSA) tra MASE e FAO. La strategia CSA è stata sviluppata dalla FAO nel 2010 e mira a creare le condizioni tecniche, politiche ed economiche a favore della sicurezza alimentare e della riduzione dell’impronta di carbonio agricola.

L’accordo è stato finalizzato il 1° dicembre dal Direttore Generale della FAO QU Dongyu e dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin. Attraverso questa forte sinergia sarà possibile rendere l’agricoltura più smart, anche dal punto di vista energetico, con finanziamenti a favore della trasformazione digitale.

FAO e MASE istituiranno anche un comitato di lavoro congiunto per identificare iniziative concrete in paesi di aree geografiche specifiche. Infatti, il patto è stato siglato nel contesto del sostegno della FAO alla proposta italiana di accordo sul “Processo di Roma”, che mira a sviluppare e attuare un piano quinquennale per stimolare la crescita, gli investimenti e lo sviluppo sostenibile nei paesi ad alto tasso di immigrazione. 

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FAO e MASE: una collaborazione di lunga data

Le due realtà lavorano da tempo insieme per la promozione di progetti come il CSA, sostenuto in particolare dall’Emilia-Romagna attraverso l’implementazione di iniziative locali mirate. Secondo uno studio dell’Istituto di BioEconomia (IBE) del CNR la regione ha investito 1,19 miliardi di euro nello sviluppo rurale nel periodo 2014-2020 – di cui 20 milioni in 93 progetti legati all’agricoltura e alla silvicoltura – più di ogni altra regione del Nord Italia. In base allo studio, 66 dei 93 progetti erano orientati alla CSA. 

Inoltre, l’Emilia-Romagna ha attuato anche progetti dei gruppi operativi (OG) dell’European Union Partnership, che promuovono la produttività e la sostenibilità in agricoltura. Tra questi, il 35% promuove la mitigazione degli effetti del cambiamento climatico, il 21% l’adattamento agli stessi, il 33% combina entrambi gli sforzi e l’11% riguarda il sequestro del carbonio. Ne è un esempio il progetto “Ottimizzazione del sistema di irrigazione della frutticoltura per l’adattamento ai cambiamenti climatici”, realizzato in un frutteto commerciale a Medelana (FE), che si fonda sulla razionalizzazione dell’uso dei sistemi di irrigazione e sullo sviluppo di un protocollo per l’irrigazione a raffreddamento sostenibile dei frutteti.

L’agritech italiano a Dubai: il caso “Beeco”

Alla COP28 hanno preso parte realtà di punta dell’agritech italiano, come Beeco. L’azienda, in particolare, ha partecipato all’evento “Technology, Ai and innovation for transformative climate action in sustainable agri-food systems”, che riunisce leader mondiali, scienziati e politici per definire strategie e azioni di contrasto ai cambiamenti climatici nell’ambito dell’agricoltura e dell’alimentazione. La startup è già nota per aver lanciato progetti innovativi che puntano a ridurre l’impronta di carbonio dell’agricoltura avvalendosi, come nel caso di Sfera agricola, dell’idroponica. Un altro esempio è HortoMio, un programma di educazione ambientale per le scuole che intende sensibilizzare i bambini a un corretto rapporto con il cibo e all’impatto ambientale delle proprie azioni, grazie all’utilizzo di serre indoor in soluzione grow box per la coltivazione idroponica.

Conclusioni

L’accordo tra la FAO e il MASE rappresenta un passo fondamentale nella direzione di un’agricoltura sostenibile e resiliente ai cambiamenti climatici. L’Italia, infatti, è particolarmente a rischio perché si trova all’interno del bacino del Mediterraneo, che è considerato dall’IPCC uno degli hotspot climatici. Secondo il Centro euromediterraneo sui cambiamenti climatici (CMCC) il nostro Paese subirà un riscaldamento superiore del 20% rispetto alla media globale, che si ripercuoterà su tutti i settori produttivi (e non). È dunque necessario favorire collaborazioni di questo tipo.

articolo a cura di Alessandra Romano

Redazione
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