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La Blockchain in un contesto rurale

La rubrica dedicata al mondo della Blockchain

By
Marica Barile
-
21 Febbraio 2018
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Prosegue la rubrica dedicata alla Blockchain.

Come già detto in precedenza la Blockchain non è soltanto Bitcoin, la moneta virtuale è infatti solo una delle sue possibili applicazioni. Oggi ci occuperemo di un altro ambito applicativo di cui la Blockchain può essere un ottimo “alleato”,il settore dell’Agrifood. Questo strumento può essere utile nello sviluppo rurale italiano, e ancor di più, fondamentale per garantire il nostro brand d’eccellenza: il Made in Italy.

Realtà rurali

Sebbene appaia come un processo banale, la blockchain ha il potenziale per trasformare il modo in cui le persone e le imprese interagiscono e collaborano. Le economie delle zone rurali stanno diventando sempre più importanti nel panorama globale. Ma le sfide che emergono sono molte: in primis il business rurale è relegato solo alle proprie aree e il sistema di conoscenze possibile grazie alle nuove potenzialità, offerte dal panorama globale, risulta inesistente. Le zone rurali hanno bisogno di investe in apprendimento e valorizzazione della conoscenza, volta a stimolare l’innovazione[1].

L’innovazione risiede nella capacità di fornire fiducia, questa peculiarità si riscontra esclusivamente dove si trovano legami di reciprocità, che generano un sentimento di sicurezza. Le ICT, di contro, permettono la creazione di legami sociali anche nella rete, come nel caso delle webtribe, e la blockchain tutela questi legami rendendoli sicuri. Questa tecnologia, ribaltando le logiche tradizionali, può determinare una modifica dell’assetto gerarchico e delle forze di potere in atto, concentrate nelle mani solo di pochi esponenti. La logica bottom-up, tipica delle aree rurali, ha bisogno di una tutela costante sia  nel processo produttivo che nel bagaglio di tradizioni.

Contesto nazionale

In Italia dove si ritrovano realtà che conservano i propri modi di produzione artigianale, la paura che questo valore possa essere depredato, rendendolo accessibile a tutti nella rete, è un tema sempre più ricorrente. Come scritto sul manifesto della Rural Social Innovation, il rischio che si incorre applicando le nuove tecnologie al mondo rurale è massimizzare tutto alla tecnica, senza guardare al contesto sociale. L’innovazione si genera da ogni strumento che le comunità hanno a disposizione, la tecnologia, come afferma Castells,deve creare valore per la società, generando nuove opportunità da renderla efficace per il proprio contesto. Il ritorno alla ruralità, soprattutto nel sud del mondo, è una tendenza che si intreccia con le nuove esigenze di riscoperta delle tradizioni, sotto un’ottica iperconnessa. La ruralità diventa una nuova categoria per abilitare l’utilizzo delle tecnologie, incrementando la produzione in termini di qualità e narrazione[2].

http://www.blockchain4innovation.it/mercati/agrifood/

Per un’innovazione concreta

L’apertura dei dati e la loro condivisione sono i primi passi verso un’innovazione concreta e duratura, che contempla lo scambio, da  una comunità ad un’altra delle proprie pratiche.

Il problema principale nell’attuazione delle dinamiche di apertura dei dati e della libera diffusione delle informazioni, risiede nel digital divide presente nelle zone rurali e nella logica della tutela del proprio patrimonio tradizionale, da parte dei contadini. Come affermato nella ricerca del GODAN, i contadini non sono pronti per incentivare la diffusione delle proprie pratiche nella rete. Per contribuire al raggiungimento dell’obiettivo della diffusione dell’innovazione, come pratica condivisa e collaborativa delle aree rurali, il GODAN individua cinque passi da seguire, estesi a tutte le piattaforme di open data per le aree rurali:

  1. Impegnarsi a far  crescere la comunità degli open data, per individuare le sfide che i dati aperti possono potenzialmente risolvere, e incentivare la cooperazione, tra i distributori e i fruitori delle informazioni.
  2. Costruire strategie e progetti di open data con un focus sulla ricerca di soluzioni indirizzate all’agricoltura e ai problemi alimentari. A livello organizzativo, individuare i dataset più utili, per rispondere in modo più efficace alle problematiche sociali. A livello di collaborazione, costruire progetti con i partner, e diffonderli per dimostrarne l’efficacia.
  3. Sviluppare le infrastrutture, le attività e le capacità degli open data, bisogna pubblicare i propri dati, all’interno di un dataset, utilizzando normative aperte e applicando licenze aperte. I database, che contengono i dati, devono essere sottoposti a manutenzione e aggiornamenti continui, per rispondere sempre meglio alle esigenze degli utenti.
  4. Utilizzare i dati aperti e conferire agli utenti le informazioni migliori. I database, che raccolgono i dati aperti, prima di divulgarli devono fare una selezione iniziale, sulla base degli utenti che accedono al sito e all’obiettivo ultimo del database, in modo da diffondere dati in linea con quello che gli utenti cercano.
  5. Imparare attraverso la continua valutazione, la riflessione e la condivisione, per assicurare che tutti possano continuare a migliorare le proprie pratiche. Il GODAN fornisce un forum per l’apprendimento condiviso, attraverso la creazione di casi studio, tracciando una mappa delle attività dei partner, e facendo comunicare i partner insieme.

Creare valore dalla diffusione delle pratiche generate e condivide da altri, incentivando la collaborazione e la discussione, in modo da avere un sistema a rete di sperimentazione e divulgazione delle attività.

La difficoltà di questo sistema di dati risiede nella capacità di convogliare i dati e le esigenze degli agricoltori. Un buon sistema è quello della retro innovazione, ovvero prendere i settori tradizionali e inserirli nelle innovazioni sociali e tecnologiche, recuperando quello che si sta perdendo, grazie alle nuove ICT.

 

Manifesto Rural Hub: http://www.ruralhub.it/rural-social-innovation-manifest/

http://www.nesta.org.uk/sites/default/files/rural_innovation.pdf

La Digital Strategy nell’innovazione rurale.Il ruolo svolto da Blockchain e Open Data. Daniela Sparano

GODAN How can we improve agriculture, food and nutrition with open data?:  http://www.godan.info/launch-of-godan-discussion-paper/

 

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