Da una parte obesità e spreco alimentare e dall’altra la necessità di garantire il diritto al cibo. In settimana si è celebrata la Giornata Nazionale contro lo spreco alimentare: al Nord si buttano via circa 4,7€ di cibo alla settimana, al Sud 5,15€ e al Centro 4,90€. Nella nostra società opulenta sembra curioso doversi preoccupare del diritto al cibo. Invece si tratta di un tema che ci riguarda tutti dato che il #foodsystem è un groviglio internazionale nel quale siamo tutti connessi.
“Il diritto umano al cibo copre una sfera molto più ampia di garanzie: è assicurato quando le persone sono messe nella condizione di disporre delle risorse per produrlo – terra e acqua – o di un reddito per acquistarlo, ovvero di un lavoro dignitoso. Quindi implica la messa in campo di misure di protezione sociale. Inoltre, il cibo deve essere sufficiente per quantità; adeguato, il che significa sicuro e nutriente, e sostenibile, cioè produrlo non deve comportare l’inquinamento del suolo, dell’acqua o l’emissione gas ad effetto serra”, così ha detto Hilal Elver, la Relatrice speciale (Special Rapporteur) delle Nazioni Unite per il diritto al cibo.
E ci sono fenomeni che riguardano anche l’Italia. La Elver ce lo ha ricordato: “Paradossalmente, i braccianti, le persone che producono il cibo, sono anche quelle che hanno più difficoltà ad accedere al cibo perché hanno salari più bassi di qualsiasi altro settore a fronte di orari di lavoro massacranti. Sono i braccianti gli eroi del nostro cibo. Le loro difficoltà le ho riscontrate anche in Italia, soprattutto tra i migranti, anche tra i piccoli agricoltori che non sono adeguatamente remunerati dalla grande distribuzione”.
L’Italia è uno dei più importanti attori globali della produzione di cibo ma non riconosce formalmente il diritto al cibo. Regola la produzione, la sicurezza alimentare e tutela altri diritti fondamentali ma non ha norme che regolino il diritto al cibo in tutta la sua complessità. Anche in Italia il tema del cibo ha margini di grande miglioramento soprattutto riprendendo la riflessione a partire dalle persone e non dalle industrie.
Di seguito gli articoli scaricabili:
Abbandoniamo la retorica dell’agricoltura contro l’industria
bisogna arginare l’agricoltura intensiva
COSÌ SI GARANTISCE IL DIRITTO AL CIBO
Il pungiglione dell’inclusione
Le api sono il termometro dell’ecosistema impazzito
tutta la verità (per favore) sul glifosfato