Essere o non essere questo è il dilemma… La ricerca genetica sulle piante è positiva oppure è il male assoluto?
A noi non piace essere ideologici, ci interessa dibattere, ci piace il confronto. E questa settimana la riflessione nasce dal lavoro che la Fondazione Edmund Mach svolge a Trento su genomica, parassiti, nutraceutica e tracciabilità alimentare.
In questo centro si stanno sperimentando diverse tecniche per allontanare i parassiti senza l’uso di pesticidi. Secondo i ricercatori è sufficiente infastidire gli insetti tanto da convincerli a non fermarsi sulle piante, per esempio grazie ad un cilindretto che emette vibrazioni che per gli insetti sono rumori assordanti. E’ la“confusione vibrazionale”.
Alla Fondazione si fa anche il genome editing cioè si lavora per creare piante resistenti ai patogeni attraverso il silenziamento di alcuni geni della pianta stessa. Attenzione: non si tratta di Ogm perché le modificazioni riguardano i geni della pianta stessa, eppure la Corte di Giustizia Ue ha deciso di equiparare il genome editing agli Ogm, e da allora ogni sperimentazione in campo è stata bloccata.
E qui sorge la domanda (l’essere o non essere di cui sopra): questi interventi sulle piante sono “meglio” o “peggio” di altre soluzioni tipo, per esempio, i miscugli di semi come le popolazioni evolutive che mescolano piante di varietà locali in grado di evolversi per adattarsi meglio alle condizioni specifiche di clima, terreno?
Serve continuare ad approfondire per trovare risposte convincenti ai dubbi amletici che la ricerca e lo storytelling mainstream non sempre ci aiutano a comprendere.
Di seguito gli articoli scaricabili:
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