Notizie della settimana 19-24 marzo
Sull’eco della protesta dei ragazzini rimane ancora al centro dell’attenzione il tema dell’ambiente e la condizione critica in cui versa.
Interventi significativi possono arrivare dalla ricerca e dall’innovazione biotech: ne sono esempio i nuovi vitigni di Merlot, Cabernet e Sauvignon realizzati con la tecnica dell’innesto per essere resistenti ai parassiti. La ricerca, presentata dall’Università di Udine, mostra come questa soluzione consenta di diminuire il ricorso ai pesticidi dell’80%. Una buona notizia sia per l’ambiente sia per gli agricoltori che potranno risparmiare sui trattamenti chimici.
Il lavoro della ricerca si accompagna a quello culturale, che deve incidere sulle abitudini di consumo già, evidentemente in fase di cambiamento. Una ricerca Coop mostra che le nuove generazioni, situate prevalentemente nel Nord-ovest del Paese, orientano le tendenze come, per esempio, quella dei due superfood più cool degli ultimi anni: curcuma (+71%) e zenzero (+37%). Il superfood che registra la migliore performance nel 2018 è l’avocado (+121%) e sono sempre più protagonisti i semi, la vera novità del 2018. In particolare, i semi di zucca (+30%), quelli di chia (+17%) e il sesamo (+19%).
C’è un luogo-chiave che può essere sintesi e piattaforma di tutto questo (ambiente, produzione, innovazione, consumi…) e sono le città, non fosse altro che, negli ultimi anni, la maggior parte della popolazione mondiale si è urbanizzata. I benefici che le città possono favorire sono riconducibili a numerose categorie di servizi: approvvigionamento di sostanze ed energie ottenuti direttamente dagli ecosistemi (ad esempio cibo, legno, minerali, carburanti, principi attivi per la medicina), regolazione dei processi naturali (filtraggio dell’acqua, decomposizione dei prodotti di scarto, controllo del clima), habitat delle diverse specie e supporto alla vita e ai valori socio-culturali; categoria, quest’ultima, in cui rientrano quei benefici emozionali e spirituali derivanti dalla relazione tra l’uomo e gli ecosistemi, dunque le attività ricreative, culturali, turistiche ed estetiche, e anche gli aspetti legati all’appartenenza identitaria a un luogo o a una comunità.
I servizi ecosistemici sono, insomma, gli elementi per cui la natura “fa bene” alla popolazione. Servono di certo politiche e strumenti di pianificazione sostenibili che incentivino la valorizzazione del ruolo degli elementi naturali nel contesto urbano e la loro interazione nell’ambito di reti ecologiche. E qui si chiude il cerchio: serve diffondere il valore dell’educazione ambientale, apportando alle nuove generazioni la cultura del verde.
I decisori hanno un ruolo veramente rilevante in questa fase storica. Saranno in grado, a livello locale, nazionale e internazionale, di orientare le loro priorità a vantaggio del bene comune, considerando la tutela dell’ambiente non solo un gioco da ragazzini?
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