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Suolo: in Italia nel 2021 se ne sono consumati 2 m2al secondo

Il consumo di suolo in Italia produce un danno economico potenziale che supera i 3,6 miliardi di euro ogni anno.

Il 5 dicembre è la Giornata Mondiale dedicata al suolo (#WorldSoilDay). Per una giornata la FAO e tantissime organizzazioni nel mondo realizzano eventi, pubblicano articoli, come stiamo facendo anche noi, per informare e sensibilizzare ad una diversa attenzione che dobbiamo avere per la cura e la tutela di una delle risorse più importanti di cui il Pianeta dispone.

Sono tanti gli studi che ci spiegano perché la vitalità del suolo sia determinante per la vita sul Pianeta e, anche grazie alle tecnologie e alle conoscenze scientifiche sempre più avanzate, si sta imparando progressivamente di più riguardo la grandissima importanza del microbiota della terra per l’uomo e per la vita sulla Terra. A partire dal fatto che il suolo è determinante nei processi regolatori di aria e acqua: il 65% della disponibilità delle acque dolci terrestri dipende dal lavoro del suolo; inoltre, i suoli sono dei regolatori di emissione e assorbimento di gas serra in atmosfera. Per questo curare la salute del suolo è ancora più importante che piantare alberi: il 70% del carbonio stoccato permanentemente sulla Terra è nel suolo e il 30% nella vegetazione mentre il carbonio che viene trattenuto temporaneamente è circa il 35% nel suolo e il 65% nella vegetazione. (P. Pileri, 2022)

Il suolo è una risorsa viva e biodiversa: in un cucchiaio di terra si trovano 9-10 miliardi di batteri, funghi, microorganismi, protozoi, antropodi e tante altre unità viventi che fanno dello strato sotto ai nostri piedi uno degli habitat più popolati della Terra. Quasi il 30% della biodiversità della Terra si trova nel suolo concentrato in uno spessore di circa 30-70 cm. E vale la pena ricordare che servono circa 2000 anni per creare 10 cm di suolo!

L’uomo dispone del suolo in modo prepotente, con il suo approccio orientato al e dal consumo indiscriminato. E questo accade in tutto il mondo.

L’Italia non fa eccezione, anzi! Nel nostro Paese cementificare è considerato un atto di sviluppo non di degrado. Dal 2012 al 2021 sono stati persi 37.530 ettari di cui la maggior parte cementificati. Non abbiamo pietà neppure per parchi e aree tutelate: tra il 2017 e il 2018 sono stati cementificati 108.000 m2 di suoli dentro aree protette; tra il 2018 e il 2019 altri 620.000 m2 e l’anno successivo altri 650.000 m2. E si consuma anche nelle aree a rischio ambientale: le immagini che arrivano da Ischia in questi giorni non hanno bisogno di commenti.

Maltrattare il suolo ha impatti pazzeschi su tutti i cosiddetti servizi ecosistemici come i servizi di approvvigionamento (produzione di alimenti e biomassa, fornitura di materie prime, ecc.); i servizi di regolazione (regolazione del clima, cattura e conservazione del carbonio, controllo dell’erosione e dei nutrienti, regolazione della qualità dell’acqua, protezione e mitigazione dei fenomeni idrologici e-stremi, ecc.); i servizi di supporto (supporto fisico per le attività antropiche, decomposizione e mineralizzazione di materia organica, habitat delle specie, riserva genetica, conservazione della biodiversità, ecc.); i servizi culturali (servizi ricreativi, paesaggio, patrimonio naturale, ecc.).

soil Suolo: in Italia nel 2021 se ne sono consumati 2 m2al secondo

Fonte: Rapporto ISPRA, 2022

Nella presentazione del Rapporto ISPRA 2022 sul consumo di suolo sono presentati gli effetti che il consumo di suolo ha prodotto in Italia in 10 anni, dal 2012 al 2022:

  • le aree perse in Italia dal 2012 avrebbero garantito la fornitura complessiva di 4 milioni e 150 mila quintali di prodotti agricoli;
  • l’infiltrazione di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua di pioggia che ora, scorrendo in superficie, non sono più disponibili per la ricarica delle falde e aggravano la pericolosità idraulica dei nostri territori;
  • nello stesso periodo, la perdita della capacità di stoccaggio del carbonio di queste aree (oltre tre milioni di tonnellate) equivale, in termini di emissione di CO2, a quanto emetterebbero più di un milione di autovetture con una percorrenza media di 11.200 km l’anno tra il 2012 e il 2020: un totale di oltre 90 miliardi di chilometri percorsi, più di 2 milioni di volte il giro della terra;
  • questo consumo di suolo recente produce anche un danno economico potenziale che supera i 3,6 miliardi di euro ogni anno, a causa della perdita dei servizi ecosistemici del suolo.

SUOLO 2 Suolo: in Italia nel 2021 se ne sono consumati 2 m2al secondo

Indubbiamente la tutela e la cura del suolo riguardano noi tutti, anche se ci sono attori che hanno una responsabilità diretta sulle scelte che vengono fatte riguardo il suolo e sono gli amministratori locali. In Italia, infatti, in assenza per altro di una legge nazionale sulla tutela del suolo, sono i quasi 8000 Comuni che operano le scelte urbanistiche e che decidono quindi come gestire il territorio con indicazioni macro che sono date dalle leggi regionali che, non avendo una regia ed indirizzi univoci, hanno prodotto una disomogeneità nei principi urbanistici affidati poi ai Comuni.

E’ importante, molto importante, sottolineare che i policy makers impegnati nella definizione e nell’applicazione delle normative, da una parte sono sempre più concentrati sulla retorica della sostenibilità e dall’altra sempre meno disposti a prendere decisioni nette sulla tutela dell’ambiente e degli ecosistemi. “La negazione del suolo come spessore vivo è probabilmente una della causa più dure a morire e motivo di molta indifferenza urbanistica che ritroviamo nei piani comunali, nelle parole assenti o manomesse delle leggi urbanistiche, nei non -dibattiti, nello svilimento delle valutazioni ambientali strategiche e così via. A scala comunale non vi è assoluta consapevolezza delle conseguenze ambientali di ogni metro quadrato di suolo libero che diverrà suolo asfaltato. Eppure, si continua a decidere senza scrupoli e senza sentirsi in difetto per ignoranza ecologica.” (P. Pileri, 2022).

Manca la consapevolezza degli effetti che le scelte di consumo di suolo generano anche nei territori più piccoli. Per fare solo un esempio: considerando che un ettaro di campo agricolo in Italia può mediamente fornire cibo a circa 6-7 persone all’anno, un Comune di circa 2.000 abitanti che inserisce nel suo piano urbanistico la trasformazione di un’area coltivabile di 20 ettari, magari per fare della logistica, sta decidendo di rinunciare a dare da mangiare a 140 abitanti. Per sempre. (P. Pileri, 2022).

La giornata mondiale dedicata al suolo di certo ci serve ma, come si capisce dalle informazioni che abbiamo cercato di presentare per flash in questo articolo, è necessaria un’azione più forte e costante che, da una parte, diffonda in modo massiccio e continuativo, le informazioni riguardo i gravi danni che provoca la mancanza di cura del suolo e, dall’altra parte, serve un’azione di ricerca e sperimentazione su modelli di sviluppo dei territori alternativi, che mettano profondamente in discussione le attuali scelte di politiche locali di sviluppo perché disfunzionali ad una reale crescita del benessere delle persone e dei territori. Purtroppo, queste scelte rischiano di essere dettate più dalla mancanza di conoscenza e dal ritorno di visibilità immediata da social media, che dall’approfondimento delle conoscenze scientifiche e dalla lungimiranza di scelte fatte per essere ricordati dai posteri.

Ogni progetto di trasformazione del territorio che prescinde da una approfondita conoscenza delle sue caratteristiche storiche e naturali, ha finito per creare oneri assai più grandi per la comunità di quanti non siano stati i vantaggi. Per dirla in sintesi, il territorio è capacissimo di addebitare pesantemente alla comunità sociale l’ignoranza della sua conoscenza e delle regole entro le quali è possibile accostarvisi” (Rossi Doria B.)

Fonti e approfondimenti:

Annalisa Gramigna
Annalisa Gramigna